Bruxelles - Carne, cacao, caffè, soia ed altri prodotti alimentari potranno entrare nell'Ue solo se sarà certificato che la loro produzione non ha causato deforestazione. Questo l'accordo raggiunto dai negoziatori dell'Eurocamera e del Consiglio che consentirà all'Ue di imprimere una svolta nella lotta contro, ad esempio, la progressiva distruzione della foresta amazzonica. Quella che ne potrebbe seguire è una vera e propria rivoluzione per gli scaffali dei nostri supermercati. Quasi "un prodotto alimentare su cinque importato in Italia - secondo le stime diffuse per l'occasione dalla Coldiretti - non rispetta le normative italiane in materia di tutela della salute e dell'ambiente".

Dall'entrata in vigore delle nuove norme, prevista dopo l'approvazione finale da parte del Parlamento e del Consiglio Ue, le aziende avranno il compito di sincerarsi che i prodotti importati non abbiano contribuito al degrado forestale, o alla violazione dei diritti umani delle popolazioni indigene, in qualsiasi parte del mondo dopo il 31 dicembre 2020. Per il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, "è un primo passo per garantire che le importazioni di prodotti da Paesi terzi rispettino gli stessi standard sociali, sanitari e ambientali delle produzioni italiane o europee".

Le aziende dunque dovranno fornire alle autorità preposte coordinate di geolocalizzazione dei luoghi di provenienza e, se richiesto, informazioni per il monitoraggio satellitare e analisi del Dna per certificare la provenienza dei prodotti. La Commissione Ue inoltre classificherà i Paesi e le regioni a rischio e la percentuale di controlli sui prodotti sarà effettuata proprio in base a questa tabella. Nel caso in cui le norme non siano rispettate, l'accordo prevede sanzioni fino al 4% del fatturato annuo dell'azienda.

Per le organizzazioni ambientaliste è una svolta epocale. "Non c'è dubbio che questa legge farà tacere un buon numero di motoseghe", ha detto Federica Ferrario di Greenpeace Italia. Festeggia anche la delegazione del Movimento 5 stelle al Parlamento europeo, che però in una nota sottolinea che avrebbe "voluto che nella lista venissero inclusi anche il mais e il biodiesel, ma il Consiglio Ue ha tirato il freno a mano". Gli eurodeputati infine si sono assicurati che le regole non si applichino ai soli prodotti elencati ma anche a quelli lavorati contenenti componenti non in regola me ad esempio la pelle, il cioccolato ed i mobili nonché il mangime usato per nutrire gli stessi capi di bestiame. Stando alle stime della Fao infatti tra il 1990 e il 2020 sono andati persi oltre 420 milioni di ettari di foresta, un'area più grande dell'Ue stessa e il consumo alimentare europeo è stato responsabile per circa il 10% della deforestazione globale. Obiettivo delle nuove norme è invertire questa tendenza fino ad azzerare questi numeri.

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