Bruxelles - Mobilitare quasi 5 miliardi d’investimenti, pubblici e privati, per accompagnare i territori di Taranto (Puglia) e del Sulcis-Iglesiente (Sardegna) nel loro cammino ‘green’ di graduale abbandono del carbone. È ciò a cui punta la Commissione europea attraverso il nuovo ‘Fondo Ue per la transizione equa’. Se i 27 Stati che la compongono troveranno un accordo sul bilancio dell’Unione 2021-27, il Fondo avrà a disposizione 7,5 miliardi di euro che dovrebbero mobilitarne 100 per sostenere la transizione delle regioni ancora troppo dipendenti dalle fonti fossili. Tutti i Paesi riceveranno degli stanziamenti provenienti dal nuovo strumento (la Polonia ne sarà il maggiore beneficiario con 2 miliardi), che l’esecutivo comunitario consiglia di destinare a una serie di territori. La lista con le proposte, svelata nelle scorse settimane, sarà la base di partenza per la discussione con le capitali che porterà alla decisione finale.

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Bruxelles suggerisce d’indirizzare i 364 milioni destinati all’Italia (che, grazie a un effetto moltiplicatore, dovrebbero mobilitare 4,87 miliardi) verso le aree di Taranto e del Sulcis-Iglesiente. L'area di Taranto “ospita una delle più grandi acciaierie d’Europa”, ricorda la Commissione nel documento che giustifica la sua scelta. Decine di migliaia di posti di lavoro "sono a rischio", avverte, per questo il Fondo dovrebbe spingere gli investimenti, ad esempio, nello “sviluppo di tecnologie e infrastrutture per energia pulita", ma anche nella “bonifica dei siti”.Per quanto riguarda il Sulcis-Iglesiente, Bruxelles ricorda che l'ultima miniera a carbone italiana, quella di Monte Sinni, impiega 350 persone e dovrebbe essere chiusa gradualmente entro il 2025. L'area è già caratterizzata da un’età media della popolazione molto alta e da un basso reddito, per questo il Fondo dovrebbe concentrarsi anche su politiche di formazione e inclusione occupazionale.

“Coinvolgere le comunità locali" per una strategia ambientale e industriale a lungo termine è la parole d’ordine su cui la Commissione Ue intende puntare. “Bisogna dare la garanzia che la Commissione si prende cura dei territori attraverso questo nuovo fondo e gli altri legati alla politica di coesione", spiega Jan-Mikolaj Dzieciolowski, funzionario della Commissione europea che segue il dossier per l'Italia

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