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La crescita dell’Eurozona è la più alta da dieci anni, ma l’Italia resta ultima

Bruxelles - L'Europa certifica il balzo della crescita italiana per il 2017 e aggiorna al rialzo anche le stime per il 2018. Non basta, però, a vedere il bicchiere mezzo pieno, perché ancora una volta l'Italia si conferma il Paese con la crescita più bassa dell'Unione europea. Nella Ue a 27, cioè senza il Regno Unito, anche la disoccupazione continua a scendere e tocca i minimi dal 2009. Di seguito le stime economiche d'autunno della Commissione europea, per i principali Paesi di Eurolandia.

PIL (%) DEFICIT (%) DEBITO (%) DISOCCUPAZIONE (%)
2017 2018 2017 2018 2017 2018 2017 2018
GERMANIA 2.2 2.1 0.9 1 64.8 61.2 3.7 3.5
SPAGNA 3.1 2.5 -3.1 -2.4 98.4 96.9 17.4 15.6
FRANCIA 1.6 1.7 -2.9 -2.9 96.9 96.9 9.5 9.3
ITALIA 1.5 1.3 -2.1 -1.8 132.1 130.8 11.3 10.9
IRLANDA 4.8 3.9 -0.4 -0.2 69.9 69.1 6.1 5.5
EUROZONA 2.2 2.1 -1.1 -0.9 89.3 87.2 9.1 8.5

 

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Anche il debito continua a mancare l'obiettivo di riduzione fissato dalle regole. Questo non significa che il 22 novembre, con l'opinione sulla legge di bilancio, arriverà un richiamo. La volontà di far quadrare i conti, continuando a sostenere la ripresa italiana, è evidente nella lettura positiva che il commissario Pierre Moscovici fa delle previsioni: "E' ultima per Pil, ma la ripresa è vera". Anche il premier Paolo Gentiloni insiste sul tema: "La crescita va incoraggiata, non ingabbiata, sennò cerchiamo di distruggerla". E il Tesoro è soddisfatto di come la Ue "riconosce all'Italia una ripresa sostenuta e conti in miglioramento, con calo del debito".

Bruxelles conferma che il Pil italiano crescerà di 1,5% quest'anno, così come previsto dal Governo. La stima è però diversa per i successivi: invece di uno stabile 1,5%, la Ue vede un rallentamento dovuto all'aumento dei prezzi e quindi al calo dei consumi, che porta il pil a 1,3% nel 2018 e 1% nel 2019. E' anche l'effetto di una politica meno accomodante della Bce, spiega Bruxelles, che segnala un rallentamento anche nell'occupazione: l'andamento del mercato del lavoro "sarà in linea con l'attività economica", scrive la Commissione.

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La disoccupazione scende solo leggermente: a 11,3% quest'anno, 10,9% nel prossimo.

Buone notizie sul fronte deficit: nel 2017 cala a 2,1% e nel 2018 a 1,8% (dal 2,3% previsto a maggio) "grazie ad una crescita più alta" e ad alcune misure come spending review e scontrino elettronico obbligatorio. Il debito, invece, resta ancora il tallone d'Achille italiano. "Scende solo marginalmente", avverte la Ue. La stima è di un debito "stabilizzato" nel 2017 a 132,1%, "anche a causa del sostegno pubblico alle banche", in "marginale discesa" a 130,8% nel 2018 e a 130% nel 2019, "soprattutto a causa della crescita più forte". Ma se si guarda al deficit strutturale, diventa evidente che il calo atteso da Bruxelles e imposto dalle regole, non c'è. Il saldo strutturale peggiora nel 2017 di 0,4 punti, invece di migliorare.

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Come indicato dalla lettera dei commissari Ue del 27 ottobre, punta dritto ad una "deviazione significativa" dalle regole. Che però Bruxelles cercherà di ridurre in tutti i modi, per non gettare olio sul fuoco di una campagna elettorale già incandescente. Moscovici, e poi il Tesoro, spiegano che la 'divergenza' Ue-Roma sui numeri di deficit e debito è dovuta a tecnicismi, cioè a un metodo di calcolo diverso. Che incide anche sulla valutazione dello sforzo italiano per il 2018: laddove il Governo vede uno 0,3%, la Ue conta solo uno 0,2%. Ma la differenza di calcolo non avrà "conseguenze procedurali", assicura il commissario, respingendo le accuse di aver concesso troppa flessibilità all'Italia: "E' sempre su basi oggettive che l'abbiamo concessa", e non se ne rammarica, perché l'ha aiutata a raggiungere una crescita all'1,5% "che non vedeva da tanto". Certo, rispetto alla Ue, non è solo il dato più basso del 2017 ma di tutto il triennio di previsione. Mentre l'Eurozona crescerà quest'anno "con il suo ritmo più veloce da un decennio" arrivando a un Pil del 2,2%, rivisto al rialzo di uno +0,5% rispetto alle stime di maggio che lo davano all'1,7%. Anche la disoccupazione tocca un record: per il 2017 sarà al 9,1%, "il livello più basso dal 2009".