BRUXELLES - Cinema sold out, concerti all’aperto, eventi sperimentali con test Covid a tappeto. Con le graduali riaperture, c’è fame di cultura in tutta Europa. Ma il settore creativo è stato duramente colpito dalla pandemia. 

Secondo uno studio commissionato dal Parlamento europeo, il lockdown non ha avuto lo stesso effetto su tutte le categorie della filiera. Le più colpite sono state quelle delle arti dello spettacolo e del patrimonio ampiamente inteso. L’Associazione dei festival europei (Efa), ad esempio, ha rivelato che le loro perdite vanno da mille euro fino a un massimo di 3 miliardi di euro. Per locali e club europei si stima un rosso di quasi 1,2 miliardi di euro.

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In Italia, stando ai dati dell’Annuario Siae 2020, il tracollo per cultura e spettacolo nel 2020 è stato di 4 miliardi di euro. La lista delle perdite è lunga: -69% di spettacoli, -72% di ingressi, -77% di ricavi al botteghino, - 76% di spesa del pubblico. A subire la botta più grossa sono però stati i concerti perdendo fino all’89% della spesa al botteghino. Difficoltà che hanno portato i lavoratori dello spettacolo a scendere in piazza con le cosiddette proteste dei bauli. 

Ma non è andata meglio nel resto d’Europa: nei Paesi Bassi, la riduzione totale del fatturato per il settore culturale è superiore a 400 milioni di euro, circa il 35% in meno rispetto a un anno prima. In Francia, le perdite annuali per le arti performative ad aprile 2020 hanno toccato il 98%. In Germania, oltre 6mila lavoratori autonomi intervistati durante il primo lockdown lamentavano cali di fatturato di oltre il 30%, mentre a Malta i freelancer riferivano che più della metà delle normali attività erano state annullate e che le principali preoccupazioni per il futuro avevano a che fare con la possibilità di venire pagati. 

In questo quadro drammatico, Bruxelles ha cercato di correre ai ripari. Il quadro temporaneo di emergenza per gli aiuti di Stato si riferisce in modo specifico alla cultura come settore particolarmente colpito e prevede la possibilità, da parte dei governi, di risarcire le aziende per i danni subiti o concedere sussidi direttamente ai consumatori, ad esempio per servizi cancellati o biglietti non rimborsati. Ci sono 37 miliardi di euro sbloccati nell'ambito della politica di coesione soprattutto per la sanità elle Pmi, ma anche la cultura può approfittarne. La Commissione Ue ha anche istituito due piattaforme dedicate in modo esclusivo alla cultura per condividere problemi e suggerire soluzioni. La prima è stata lanciata il 24 aprile per mettere in collegamento tra loro i rappresentanti dei ministeri della cultura degli Stati membri. La seconda, denominata Creatives Unite, ha preso il via il 5 maggio e aiuta i lavoratori a condividere più facilmente informazioni su risorse esistenti e reti di supporto. 

Sotto il profilo finanziario le notizie migliori arrivano comunque dal via libera definitivo da parte del Parlamento europeo del programma quadro ‘Europa Creativa’ che disporrà di un bilancio da 2,5 miliardi di euro per il settore culturale e creativo. Al suo interno sono previsti aiuti anche per la musica dal vivo e, in generale, si tratta dello stanziamento di fondi più ampio di sempre a sostegno della cultura. 

Oggi alcuni esperimenti per risollevare il settore fanno ben sperare. Nessun caso di coronavirus è stato per esempio registrato tra i 5mila partecipanti al concerto di prova organizzato a Barcellona a fine marzo con test antigenico precedente, mascherina e distanziamento. L’esempio è stato seguito anche dal Regno Unito che, a maggio, ha ospitato due eventi-test a Liverpool in discoteca riunendo 13mila persone in tutto. Undici i positivi tracciati in seguito. La Francia ha organizzato per la fine di maggio un’iniziativa simile a Marsiglia, con 4.500 posti a sedere e misure di distanziamento ma senza test anti-Covid all'ingresso. 

Un po’ in tutta Europa intanto le attività riprendono: a Malta sono stati già fissati due festival musicali ad agosto e l'appuntamento del circuito Spartan Race a ottobre, mentre in Belgio, i teatri e le sale riapriranno le loro porte al pubblico a partire dal 9 giugno e potranno ospitare all’interno fino a 200 persone sedute e con mascherina. Nel 'Piano Estate' messo a punto dal governo, saranno consentiti anche eventi all'aperto fino a 5mila persone e gradualmente anche eventi e festival più grandi, con prova di vaccinazione o recente test negativo. 

E ancora, in Polonia, i musei, le proiezioni di film e le rappresentazioni teatrali all'aperto sono riprese da maggio e alcuni festival cinematografici polacchi prevedono di andare avanti con un pubblico limitato, compreso quello di Cracovia. 

A casa nostra, il calendario estivo dei concerti si fa sempre più fitto, mentre fra gli esempi regionali più importanti troviamo la ‘Giornata mondiale del Teatro in Sardegna’ che si è celebrata il 27 marzo, all’epoca unica zona bianca in Italia, e la riapertura della Galleria degli Uffizi a Firenze, che il 4 maggio ha registrato oltre 1.500 i visitatori. Spicca poi il Grand Tour Musei nelle Marche inaugurato il 18 maggio, con oltre 60 eventi organizzati da Musei e Comuni nelle diverse modalità 'en plein air' e on-line. Anche l'Emilia-Romagna si fa trovare pronta con le prime mostre per celebrare Dante nei 700 anni, il Festival della Fotografia Europea a Reggio Emilia, e il Ravenna festival

Gli aiuti Ue potrebbero andare nella giusta direzione, ma starà a governi e amministrazioni locali dei Paesi decidere come utilizzarli concretamente.

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