Parigi -  Il neo presidente francese Emmanuel Macron, all’avvicinarsi delle elezioni politiche, sembra godere di un vento favorevole. Stando ai sondaggi, dovrebbe ottenre una netta maggioranza di deputati e, forse, anche la maggioranza assoluta in Parlamento. Chi prevedeva un elettorato prudente, che avrebbe compensato il clamoroso esito delle presidenziali affiancando all'Eliseo un parlamento di colore diverso, è smentito dagli ultimi sondaggi tutti pro-Macron. Il presidente, nelle prime settimane di mandato, ha rivoluzionato i vecchi schemi bipartitici - con un governo multicolore che include destra, sinistra e Verdi – al punto da aver reso obsolete le antiche strategie, in particolare la "coabitazione" obbligata con un primo ministro di una maggioranza politica diversa da quella presidenziale.

En Marche! con gli alleati centristi del MoDem, secondo un sondaggio Ipsos, ottiene il 29,5% delle intenzioni di voto nelle elezioni dell'11 e 18 giugno. Inseguono, ampiamente staccati, i Républicains insieme all'Udi (centrodestra), ai quali andrebbe il 22% dei voti. Ancora più ampio il distacco secondo un sondaggio di Kantar-Sofres, che assegna il 31% a En Marche! e il 18% agli inseguitori, con la conquista della maggioranza assoluta per il movimento lanciato da Macron.

Appare nettamente penalizzato il Front National, che dopo il ballottaggio perso da Marine Le Pen non si è più ripreso. La leader compare poco, il dissidio con il luogotenente e teorico del Fn, Florian Philippot - che non vuole arrendersi ad abbandonare il pilastro dell'uscita dall'euro, nonostante i francesi non vogliano saperne - appare insanabile. I sondaggi assegnano a quello che soltanto qualche mese fa era il primo partito del Paese, il 18%. Crolla all'11,5% Jean-Luc Melenchon con la sua France Insoumise, dopo aver addirittura inseguito a pochi punti di distanza Macron e Le Pen alle presidenziali. In questo caso, la penalizzazione arriva direttamente – secondo l'istituto dei sondaggi - dall'atteggiamento ambiguo del leader fra il primo e il secondo turno, quando rifiutò di dare indicazioni di voto contro Marine Le Pen. Il Partito socialista sembra ancora nel tunnel della crisi post-Hollande e post-Hamon: arriverebbe al 9% insieme agli alleati minori della sinistra.

La nuova Assemblea Nazionale si presenterebbe con 320-350 deputati di En Marche!, un numero ampiamente sufficiente per la maggioranza assoluta (289 seggi). I Republicains ne avrebbero fra i 140 e i 155, il Front National ne racimolerebbe fra i 10 e i 15 per il gioco delle triangolari, dove - a livello locale - il Front Républicain contro l'estrema destra al ballottaggio spesso prevale. Così pochi da rischiare addirittura di non poter mettere in piedi un gruppo parlamentare (il minimo è 15). La France Insoumise di Melenchon dovrebbe arrivarci (20-30 deputati), il Partito socialista dovrebbe riuscire nell'impresa di conservarne fra i 40 e i 50. Un risultato ottimo considerando il 9% di voti che prenderebbe, ma lontano anni luce dai 300 deputati che conta oggi.

 

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