Bruxelles - L'agenzia europea del farmaco ha detto sì al vaccino di Oxford-AstraZeneca. Sarà in commercio per tutti gli adulti, anche per gli over 55. Ma Berlino ha già frenato: lo inietterà solo alle fasce di popolazione più giovani. E anche il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso perplessità sull'utilizzo per i senior dopo che gli stessi esperti dell'Ema hanno ammesso di non avere tutti i dati sull'efficacia per quella fascia di età. E anche l'Aifa ha raccomandato di utilizzare AstraZeneca per gli under 55.

Ma sullo sfondo della buona notizia, resta lo scontro tra Bruxelles ed il colosso farmaceutico anglo-svedese. La Commissione europea ha infatti pubblicato il contratto con AstraZeneca dopo giorni di braccio di ferro. A scendere in campo è stata direttamente la presidente dell'Esecutivo comunitario Ursula von der Leyen. Il contratto con AstraZeneca "è chiarissimo - ha indicato la leader - ci sono ordini vincolanti", con "quantità di consegne per il quarto trimestre del 2020 e per il 2021". Quanto alla clausola del 'best effort', il massimo sforzo, "è superata - ha sottolineato -. Si applicava fino a quando non fosse stato chiaro se potevano sviluppare un vaccino. Quel tempo è ormai passato". Le fabbriche del Regno Unito poi, incluse nell'accordo, dovranno fornire le dosi ai 27, ha ribadito la commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides; mentre il governo di Boris Johnson si è infuriato per la minaccia dell'Ue di imporre controlli sui vaccini prodotti nel continente e indirizzati in Irlanda del Nord (contro gli accordi post Brexit sullo status speciale dell'Ulster a tutela del confine aperto con Dublino). L'ad di AstraZeneca Pascal Soriot, che nei giorni scorsi aveva rilasciato dichiarazioni incendiarie, ha invece preferito gettare acqua sul fuoco, godendosi il via libera dell'Ema e l'autorizzazione alla commercializzazione per il mercato dell'Unione, arrivata poche ore più tardi. "Lasciamo le polemiche per un altro giorno", ha tagliato corto. "Ci sono milioni di dosi" di vaccino "efficaci al 100% nei casi gravi e pronte per essere inviate nei Paesi Ue già nei prossimi giorni", ha assicurato il Ceo, spiegando che si sta puntando ad incrementare il target di 31 milioni di dosi per l'Ue. "Stiamo producendo 100 milioni di dosi al mese e siamo solo all'inizio", ha aggiunto.

I NODI DEL CONTRATTO - L'ultima parola potrebbe averla solamente un giudice. Dopo giorni di accuse e controrepliche, nemmeno la pubblicazione nero su bianco del contratto da 870 milioni di euro, siglato lo scorso 27 agosto, è riuscita a mettere d'accordo la Commissione Ue e AstraZeneca. Tra controversi nodi legali ed errori di pubblicazione, il documento si è confermato materia da avvocati con interpretazioni contrapposte. Ecco i punti della discordia.

  • Clausola del 'massimo sforzo possibile': specificato più volte nelle 40 pagine del contratto, il concetto del "massimo sforzo possibile" per produrre le dosi iniziali del vaccino è paragonabile, secondo quanto riferito da un funzionario Ue, al grado di volontarietà in un reato. Per Bruxelles si tratta di "uno standard legale oggettivo", classico nei contratti e che non può essere valutato dalla casa farmaceutica ma soltanto da un tribunale. La clausola, poi, "si applicava fino a quando non fosse chiaro se" AstraZeneca "poteva sviluppare un vaccino", e ormai è superata, ha spiegato in prima persona Ursula von der Leyen. Ma per il ceo di AstraZeneca, Pascal Soriot, la clausola non pone alcun obbligo nella consegna delle dosi.
  • Produzione negli impianti del Regno Unito: nodo destinato a creare non poche tensioni con il Regno Unito nelle primissime fasi dell'era post-Brexit, anche l'uso delle fabbriche britanniche di AstraZeneca per produrre vaccini destinati ai cittadini europei resta da chiarire. Pur menzionata esplicitamente nel contratto, la possibilità viene inserita in un paragrafo successivo a un primo comma in cui si legge che la società dovrebbe fabbricare le dosi all'interno dell'Ue. L'utilizzo di impianti britannici "non è un'opzione, è un obbligo contrattuale", è la posizione di Bruxelles. Ma per l'ad della casa farmaceutica le dosi prodotte negli stabilimenti del Regno Unito devono essere riservate agli inglesi.

Tutto starà ora nel vedere se dalle promesse il colosso farmaceutico saprà passare ai fatti. E poi occorrerà anche capire quanto l'immunizzazione abbia efficacia contro le varianti del virus. Perché per il momento, ha evidenziato la direttrice dell'Ema Emer Cooke, "non ci sono dati". Proprio per difendersi dalle varianti, che nell'attesa di poter creare un'immunità di gregge fanno ancora più paura, le cancellerie europee hanno dato l'ok alla linea di coordinamento sulla stretta ai viaggi, con aggiunte di test e quarantena. Ma l'Ema si aspetta "a breve" anche una richiesta di autorizzazione per il siero sviluppato da Johnson e Johnson, di cui ha già sentito "risultati promettenti". E buone notizie arrivano pure dall'americana Novavax: il loro siero sarebbe efficace quasi al 90%, anche sulla temuta mutazione britannica del virus. L'Ue ha ribadito che garantisce l'arrivo di dosi necessarie per vaccinare il 70% della popolazione entro l'estate. Intanto Budapest guarda ad Oriente. Dopo aver autorizzato l'immunizzazione d'urgenza con l'antidoto russo Sputnik V, ora l'Ungheria è il primo Paese dell'Unione ad aver approvato anche il cinese Sinopharm, acquistandone già 5 milioni di dosi.

TUTTI I VACCINI DISPONIBILI IN UE - Con l'ok ad AstraZeneca sono in tutto 3 i vaccini anti Covid-19 disponibili in l'Ue sugli 8 che Bruxelles si è assicurata. Rappresentano una piccola parte dei 67 candidati vaccini che in un tempo record sono stati progettati in tutto il mondo, e che sono in corso di sperimentazione sull'uomo. A questi, secondo la lista aggiornata stilata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), si aggiungono 174 candidati vaccini che stanno ancora affrontando la sperimentazione pre-clinica.

Dei tre i vaccini anti Covid-19 già disponibili in Europa e in Italia, il primo a essere stato approvato è stato quello dell'azienda statunitense-tedesca Pfizer-BioNTech, che secondo i dati finora diffusi arriva a dare una protezione del 95% a 12 giorni dalla somministrazione della seconda dose.

Il secondo in ordine di approvazione è stato il vaccino dell'americana Moderna, che dà una protezione confrontabile al vaccino precedente, e che sta studiando la possibilità di somministrare una terza dose per aumentare ulteriormente la risposta immunitaria contro le nuove varianti del virus Sars CoV2.

Ha poi appena ricevuto il via libera il vaccino di AstraZeneca, che raggiunge un'immunità intorno al 60% dopo due dosi, che possono esse somministrate con un intervallo che può andare da quattro a 12 settimane, e che l'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha approvato con l'indicazione per l'utilizzo preferenziale dai 18 ai 55 anni.

Nelle prossime settimane è atteso l'ok dell'Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) per il vaccino della Johnson & Johnson, e più in là potrebbe essere la volta di un altro vaccino americano, quella della Novavax. Non si esclude, poi, che l'Europa possa dare il via libera al vaccino russo Sputnik e a quello dell'azienda cinese Sinovac. All'orizzonte in Italia c'è poi il vaccino della Reithera, l'azienda di Castel Romano (Roma) nella quale lo Stato italiano ha deciso di entrare con capitale pubblico, e che potrebbe essere disponibile da settembre.

Sono vaccini molto diversi fra loro: alcuni messi a punto con tecnologie utilizzate per la prima volta, come quelli che utilizzano la molecola di Rna messaggero, come quelli di Pfizer e Moderna. Sono appena i primi a essere giunti al traguardo dell'approvazione da parte delle autorità regolatorie, in una situazione mai sperimentata finora.

Scontro Ue-AstraZeneca, 'taglio nelle consegne ingiustificato e inaccettabile'

Bruxelles ha insistito che non c'è una gerarchia negli impianti di produzione tra i quattro elencati nell'intesa siglata, due nel Regno Unito, uno in Belgio, e uno in Germania.

Via libera dell'Ue al vaccino dell'azienda statunitense Moderna

Il farmaco ha dimostrato un'efficacia del 94,1%, utilizza l'innovativa tecnologia dell'Rna-messaggero, come quello Pfizer, e richiede una doppia dose.

Ok Ue al contratto con Pfizer-BioNtech, i primi vaccini entro il 2020

I 27 Stati avranno tutti accesso immediato alla prima tranche di dosi e ne riceveranno in base alla popolazione.

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