Spazio Schengen sospeso 387 volte dalla sua nascita


Bruxelles - Tutto ebbe inizio nel 1985. Via via lo spazio di libera circolazione di Schengen, il simbolo dell'Europa unita senza frontiere, è diventato sempre più ampio. La sua sospensione - con la reintroduzione dei controlli ai confini interni - è contemplata dal trattato in alcuni casi eccezionali che nella storia recente hanno riguardato soprattutto motivi di ordine pubblico, minacce terroristiche e l'alta pressione migratoria. Di seguito quando, come e perché i singoli Paesi possono intervenire.

LE ORIGINI E I PAESI. Firmato a bordo della Maria-Astrid, un battello ancorato per l'occasione in un piccolo porto lussemburghese sulla Mosella, all'incrocio simbolico dei confini tra Francia, Germania e Benelux, l'accordo di Schengen nacque su volontà del primo nucleo di Paesi pionieri: Lussemburgo, Belgio, Olanda, Francia e l'allora Germania Ovest. L'Italia vi ha aderito nel 1990. Oggi l'area conta 27 Paesi europei: 23 membri dell'Ue e Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Non partecipano Irlanda, Cipro, Bulgaria e Romania.

COSA PREVEDE. Il trattato stabilisce l'abolizione dei controlli alle frontiere interne in entrata e in uscita tra i Paesi firmatari. Il relativo Codice è in vigore dal 13 ottobre 2006.

LA SOSPENSIONE. I governi hanno facoltà di ripristinare temporaneamente i controlli interni - previa notifica a Bruxelles - come misura di extrema ratio in caso di una seria minaccia alla sicurezza interna, problemi di ordine pubblico o situazioni eccezionali previste come manifestazioni, eventi sportivi o politici. Gli articoli dal 23 al 25 del Codice prevedono la reintroduzione dei controlli per un periodo limitato della durata massima di 30 giorni o per la durata prevedibile della minaccia grave se questa supera i trenta giorni. Se necessario, si può arrivare a una proroga fino a 6 mesi. Nel caso di misure urgenti per rispondere a una minaccia, i controlli possono essere reintrodotti senza preavviso per 10 giorni, un periodo che può poi essere esteso fino a 20 giorni.

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I PRECEDENTI. Finora Schengen è stato sospeso 387 volte. Austria, Germania, Repubblica ceca, Polonia e Slovacchia hanno di recente reintrodotto i controlli alle frontiere interne a causa della crisi migratoria sulla rotta balcanica. Nel 2020 l'emergenza coronavirus ha portato diversi Paesi a ripristinare i controlli. Negli ultimi anni, comunque, la maggior parte delle sospensioni sono state legate al terrorismo - soprattutto dopo gli attentati del 2015 e 2016 in Francia e in Belgio - e all'emergenza migranti. 

L'AUSTRIA PRIMA PER SOSPENSIONI. La prima interruzione concerne la Francia ed è datata 21 ottobre 2006: Parigi ordinò il rafforzamento dei controlli alla frontiera con la Spagna a seguito dei disordini scoppiati nei Paesi baschi. Da quel momento a reintrodurre in più occasioni i controlli è stata l'Austria (47 volte), seguita da Norvegia (37), Germania (35), Finlandia (33) e Francia (27). L'Italia ha notificato la sospensione di Schengen tre volte, motivando la decisione con lo svolgimento di vertici del G8/G7 o del G20.