ROMA - Tra Nota di aggiornamento al Def, oggetto del consiglio dei ministri di giovedì scorso ma non ancora stata trasmessa al Parlamento, e legge di bilancio si preannuncia un autunno caldo per i conti pubblici italiani.

Ecco i principali appuntamenti.

  • 27 SETTEMBRE, GOVERNO ANNUNCIA DEFICIT AL 2,4% - Il Cdm ha concordato sul numero ritenuto essenziale nella Nota di aggiornamento al Def: il rapporto deficit/Pil sarà del 2,4% per i prossimi tre anni. Luigi Di Maio ha esultato dal balcone di Palazzo Chigi e i parlamentari pentastellati hanno festeggiato in piazza in nome del reddito di cittadinanza.
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  • 10 OTTOBRE, NOTA AL DEF IN AULA - Se il testo della Nota, come previsto da Di Maio, arrivasse effettivamente in Parlamento nelle prossime ore, le Camere riuscirebbero probabilmente, nonostante il ritardo, a discutere le risoluzioni in Aula entro la data fissata, il 10 ottobre.
  • 15 OTTOBRE, BILANCIO A BRUXELLES - Entro la metà del mese, il Governo dovrà inviare alla Commissione europea il Draft Budgetary Plan, indicando i numeri macroeconomici e le linee guida della legge di bilancio. La Commissione Ue avrà due settimane per rispedirla indietro qualora riscontrasse gravi violazioni delle regole del Patto di stabilità.
  • 20 OTTOBRE, VARO DELLA MANOVRA - La legge di bilancio vera e propria dovrà essere approvata entro sabato 20. Il consiglio dei ministri dovrà cioè varare l'articolato comprensivo di misure dettagliate e relative coperture, da inviare in Parlamento sotto forma di ddl. Il governo non ha escluso di accompagnare la legge con dei provvedimenti ad hoc, a partire dal decreto fiscale, come già successo negli ultimi due anni.
  • 26 OTTOBRE, INCOGNITA RATING - Le agenzie internazionali hanno annunciato di voler aspettare la legge di bilancio prima di esprimere il loro giudizio. Quello di S&P's è atteso il 26 ottobre, quello di Moody's entro la fine del mese.
  • 30 NOVEMBRE, ARRIVA IL GIUDIZIO UE - Dalla ricezione del DBP la Commissione avrà due settimane per esprimere un'eventuale bocciatura immediata. In alternativa potrà, come già fatto con Pier Carlo Padoan, inviare al ministro dell'Economia delle lettere di richiamo. Entro il 30 novembre Bruxelles dovrà quindi pubblicare il suo giudizio, indicando l'eventuale necessità di manovra correttiva.
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