I prezzi delle case salgono ancora nel secondo trimestre, seppur meno di un anno prima a partire dalle nuove costruzioni. E tra caro-mattone e caro-mutui, crollano le compravendite. Così il mercato immobiliare residenziale continua a fare i conti con due dinamiche opposte, su cui pesano inflazione e rialzo dei tassi della Bce. Con un impatto che si scarica sulle famiglie, per le quali acquistare casa, per abitarci o per fare un investimento, è meno conveniente soprattutto al nord, Milano in testa. Tra aprile e giugno scorsi, i dati Istat fotografano un aumento dei prezzi delle abitazioni del 2% rispetto al trimestre precedente (che era rimasto stabile) e dello 0,7% nei confronti dello stesso periodo del 2022, in questo caso in deciso rallentamento se si considera che allora segnavano un +5,2%. Una decelerazione legata essenzialmente alla frenata dei prezzi delle abitazioni nuove, la cui crescita si ferma allo 0,5% su base annua (contro il +5,3% del trimestre precedente). Mentre i prezzi delle case esistenti salgono dello 0,8% (in lieve accelerazione dal +0,3% del primo trimestre). Il contesto è quello di nuovo calo - il terzo consecutivo - dei volumi di compravendita: si attesta a -16% la flessione annua registrata dall'Osservatorio del Mercato immobiliare dell'Agenzia delle entrate per il settore residenziale, dopo il -8,3% del trimestre precedente. Dunque, sempre meno atti.

Ma la situazione non è la stessa ovunque, a livello territoriale. I prezzi delle case, sempre nel confronto annuo, sono in crescita al Nord, dove spicca Milano, e in flessione al Centro e nel Sud e Isole. In particolare accelerano nel Nord-Ovest (da +2,0% del primo trimestre a +2,5% del secondo) e rallentando nel Nord-Est (da +1,9% a +1,1%); nel Centro e nel Sud e Isole, invece, si registrano tassi annui negativi, rispettivamente pari a -0,7% e a -1,5% (da +0,1% e -0,7%).

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Tra le città, Milano si conferma regina del caro-mattone: in un anno registra un aumento del 7,1%, in accelerazione rispetto al trimestre precedente (era +5,8%). Segue Torino dove si evidenzia un rialzo del 4,1% (era +0,7% nel trimestre precedente), mentre Roma fa segnare la crescita più contenuta, pari allo 0,6%, in decelerazione dal +1,9% del trimestre precedente.

Un quadro che insieme all'aumento dei tassi di interesse portato avanti dalla Bce, ormai giunto al decimo rialzo consecutivo, fa riaccendere l'allarme dei consumatori. Acquistare una casa in Italia diventa "sempre più proibitivo", afferma il Codacons, sottolineando che chi deve accendere oggi un mutuo si trova a fare i conti con "tassi altissimi" sia per il fisso che per il variabile. Basti pensare, calcola la stessa associazione, che se si considera una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo tra i 125mila e i 150mila euro, per una durata di 25 anni, l'importo più richiesto, la rata mensile è salita complessivamente tra i 270 e i 365 euro rispetto a quanto pagato nel 2021, con ripercussioni sulle famiglie comprese tra i +3.240 e +4.380 euro all'anno. Il costo dei finanziamenti è ormai "proibitivo per molte famiglie", sottolinea anche l'Unione nazionale consumatori sostenendo che il calo della domanda "produrrà presto" un calo dei prezzi delle abitazioni, per ora solo in forte rallentamento. Con "conseguenze negative anche sulla crescita e sul Pil". Senza considerare il caro-affitti: l'aumento dei canoni incide sempre più su famiglie e studenti, di nuovo in protesta in diverse città. Per far fronte al disagio abitativo, l'Udicon sottolinea l'urgenza di un Piano casa che preveda la creazione di "almeno mezzo milione di unità abitative attraverso riqualificazioni e dismissioni".