Bruxelles - Pronta ormai a lasciarsi alle spalle l'inverno della grande paura poi placata sul gas, l'Unione europea punta dritta - ma non senza ostacoli - alla nuova stagione di riempimento dei suoi stock. Una missione da compiere a Ventisette su mandato dei capi di Stato e di governo per "proteggersi dalla carenza di gas", ma anche "per affrontare i prezzi elevati dell'energia" che, nonostante i significativi cali delle ultime settimane, nelle stime di Bruxelles restano "gonfiati" al punto che nell'Unione il combustibile costa ancora "sette volte di più" rispetto agli Stati Uniti. E con il nodo delle aziende nazionali rivali refrattarie alla collaborazione ancora da sciogliere, fin qui sono ventidue i Paesi membri che hanno dato la loro benedizione a una prima domanda aggregata di gas per oltre 17 miliardi di metri cubi. Una chiamata alla quale anche l'Italia ha risposto, pronta a contribuire con un volume di circa 2,3 miliardi di metri cubi. E alla quale si sono aggiunte anche Ucraina, Moldavia e Serbia con un carico da 4 miliardi di metri cubi.

L'ANDAMENTO DEI PREZZI IN ITALIA

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Aperta già sul finire del dicembre scorso, la corsa agli acquisti congiunti entra ora nel vivo con le prime indicazioni sui volumi messe sul tavolo dai governi e un bando Ue in fase di finalizzazione per responsabilizzare le major energetiche a nome di tutte le altre aziende - anche le più piccole prive di potere negoziale - e dei consumatori. Il tutto per "essere pronti in tempo per andare sul mercato globale all'inizio di aprile", ha indicato il vicepresidente della Commissione europea, Maros Sefcovic, che nelle sue mani tiene le redini della piattaforma. Ma all'appello mancano ancora cinque capitali da "incoraggiare" per aumentare il volume totale della domanda. E, è l'ammissione dello stesso vicepresidente, tra le "grandi aziende" vi sono ancora "molte domande su condizioni e parametri" di acquisto. Quesiti ai quali comunque Palazzo Berlaymont confida di riuscire a "rispondere in tempo per rispettare la scadenza".

La prima domanda aggregata di gas targata Ue nei dati offerti da Sefcovic supererà comunque i 20 miliardi di metri cubi per il 2023-2025, in linea con il target obbligatorio di coprire il 15% della capacità di stoccaggio Ue, pari a circa 30,5 miliardi di metri cubi. Acquisti congiunti che nello schema di Bruxelles vedrebbero diverse big ricoprire il ruolo di protagoniste come 'acquirenti centrali' e che, è l'avvertimento del politico slovacco, dovranno essere "sfruttati appieno" per fare fronte a un mercato del Gnl che "rimarrà volatile a causa della bassa disponibilità, del potenziale rimbalzo dell'economia cinese e della drastica riduzione dell'import di gas russo via tubo in Europa". Elementi davanti ai quali serve essere "vigili" e "non compiacenti": un richiamo ai Ventisette, ma soprattutto alle loro industrie.

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