"È ufficiale: la Svezia è ora il 32mo membro della Nato, prendendo il posto che le spetta al nostro tavolo". Con questo tweet il segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg, il 7 marzo 2024 ha dato il benvenuto a Stoccolma nell'alleanza militare intergovernativa. "L'adesione della Svezia rende la Nato più forte, la Svezia più sicura e l'intera Alleanza più sicura", ha sottolineato Stoltenberg.

L'ultimo ostacolo era caduto formalmente il 26 febbraio, quando il parlamento ungherese controllato dal restio premier Viktor Orban ha dato il suo indispensabile assenso ad un ingresso di Stoccolma nell'Alleanza atlantica nel momento di massimo attrito con la Russia a causa della guerra in Ucraina. Il parlamento di Budapest ha approvato l'adesione con 188 voti a favore e 6 contrari completando il processo di ratifiche parlamentari che necessitava dell'assenso unanime di tutti i Paesi della Nato. Dopo l'ok della Turchia arrivato con ritardo a gennaio, è dunque finito uno stallo che durava in pratica dal maggio 2022. Pur avendo trovato un accordo di principio da tempo, prima di completare il processo Orban aveva preteso "rispetto" dalla liberale Stoccolma, che considera troppo critica nei confronti delle sue politiche sanzionate dall'Ue. La 'riverenza' svedese si è concretizzata poi il 23 febbraio con una visita a Budapest del primo ministro Ulf Kristersson, suggellata dall'acquisto ungherese di quattro aerei da combattimento 'Gripen' dalla Svezia.

La fine della ritrosia di Orban, spiegata da analisti con motivi di politica interna, duello con l'Ue e simpatie putiniane, è stata salutata da più parti. E la linea di Stoltenberg coincide anche con la valutazione del cancelliere tedesco Olaf Scholz che vede rafforzata la sicurezza anche "dell'Europa e del mondo". Come ha sottolineato il premier svedese Ulf Kristersson, per la Svezia, paese militarmente neutrale da due secoli, si è trattato di "una giornata storica". Stessa valutazione del premier britannico Rishi Sunak e del segretario di Stato americano Antony Blinken. Si è trattato di "un evento epocale", ha affermato il primo ministro svedese Ulf Kristersson in un discorso alla nazione durante il quale ha sottolineato che ora il fronte europeo settentrionale - con la Svezia a coprire le spalle alla Finlandia - è più sicuro. "Noi svedesi difenderemo la libertà insieme a quei Paesi che ci stanno più vicini geograficamente, emotivamente e in termini di valori", ha rimarcato Kristersson, riconoscendo il lavoro compiuto della premier che lo ha preceduto Magdalena Andersson, che è riuscita a convincere prima di tutto il suo partito, i Socialdemocratici, a cambiare la loro posizione storica pro-neutralità e anche per aver avviato il processo d'adesione nell'estate del 2022.

Secondo diversi opinionisti svedesi il discorso del premier ha puntato alla coesione nazionale, non solo con gli altri partiti politici, ma anche con chi avrebbe preferito mantenere la neutralità che ha caratterizzato il Paese scandinavo per duecento anni. La bandiera svedese ora sventola nel quartier generale della Nato a Bruxelles.