Bruxelles - "La Commissione europea ha pagato 3,5 miliardi di euro agli Stati membri per aiutarli a gestire l'arrivo delle persone che stanno scappando dalla guerra in Ucraina". Le cifre arrivano direttamente dall'esecutivo comunitario, che per la prima volta dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina traccia un bilancio dei pagamenti dal programma React-Eu effettuati nel quadro del Care, l'azione di coesione per i rifugiati in Ue lanciata il mese scorso. In base al dettaglio dei pagamenti ai singoli Paesi, alle spalle della Polonia che riceve 562 milioni di euro, figura seconda l'Italia con 452 milioni. Terza è la Romania per 450 milioni, quarta la Spagna 434 milioni, quinta l'Ungheria con 299 milioni di euro. “Le persone in fuga dalla guerra in Ucraina hanno bisogno di un sostegno immediato per ricostruire le proprie vite in sicurezza. Con questi anticipi, gli Stati membri possono offrire cibo, alloggio, assistenza sanitaria, istruzione, aiuto per accedere al lavoro e altro ancora a chi ne ha bisogno", ha commentato il commissario per il Lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit.

I NUMERI - Stando ai numeri forniti da Unicef Italia, sono circa 5,2 milioni le persone che hanno lasciato l'Ucraina e più di 7 milioni quelle sfollate all'interno del Paese. Numeri che sono tristemente destinati ad aumentare. "Donne e bambini rappresentano il 90% di coloro che sono fuggiti in altri paesi. La situazione dei bambini è drammatica in alcune zone del paese. A Mariupol i bambini vivono in condizioni terribili così come in altre zone sotto assedio. E' più che mai necessaria una tregua duratura e passaggi sicuri che consentano di far proteggere donne e bambini e portare gli aiuti con urgenza. E' una corsa contro il tempo", ha sottolineato il portavoce dell'organizzazione.

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LE MISURE FINANZIARIE - Dopo l'invasione russa del 24 febbraio, la Commissione ha introdotto la possibilità di mobilitare in modo flessibile le risorse disponibili dalla politica di coesione nell'ambito dei programmi 2014-2020, la possibilità di un cofinanziamento al 100% e ha proposto di aumentare di 3,5 miliardi di euro il prefinanziamento nell'ambito di REACT-EU.

L'ACCOGLIENZA - Il 3 marzo scorso i ministri degli Affari interni europei hanno raggiunto l'intesa per attivare per la prima volta nella storia la direttiva per dare protezione temporanea immediata a chi fugge dalla guerra in Ucraina. I rifugiati possono pertanto avere un permesso di soggiorno della durata di un anno e l'accesso all'istruzione e al mercato del lavoro. "Un ottimo risultato" anche per l'Italia, con la ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, che subito dopo l'accordo aveva sottolineato "la vitalità dell'Europa in un momento di grave crisi". Vinte le riserve di alcuni Paesi, Polonia su tutti, che avevano espresso riserve sul tema dei 'non ucraini' in fuga. Per loro è consentita avere anche "un altro tipo di protezione, quello stabilito a livello nazionale purché in linea con le norme di carattere europeo". La Commissione europea ha anche lanciato una piattaforma comune per facilitare l'accesso al mercato del lavoro dei rifugiati dall'Ucraina e permettere ai datori europei di attingere alle loro competenze e talenti. L'iniziativa pilota dovrebbe essere operativa entro l'estate.

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