Roma - Il primo campanello di allarme suona da Helsinki: in un paio di giorni tutti i rubinetti che portano il gas russo in Finlandia potrebbero essere chiusi. Lo afferma Gasum, la società statale che importa e vende il gas naturale nel Paese scandinavo e che nei giorni scorsi ha detto a chiare lettere che non pagherà mai in rubli la bolletta in arrivo il 20 maggio. La stessa scadenza prevista nei contratti di altri Paesi europei, compresa l'Italia. In vista del weekend, dunque, è una corsa contro il tempo per evitare un'escalation della guerra del gas dalle conseguenze imprevedibili. Del resto che Mosca faccia sul serio lo si è visto già da qualche settimana, con il flusso destinato a Varsavia e Sofia totalmente interrotto e la chiusura da parte di Gazprom del gasdotto Yamal-Europe che dalla Russia porta le forniture al Vecchio Continente attraverso la Polonia. Senza contare l'interruzione della fornitura di energia elettrica proprio alla Finlandia, come prima 'rappresaglia' di Mosca per la decisione di Helsinki di aderire alla Nato.

"Se qualcuno si rifiuterà di pagare con il nuovo sistema, sarà attuato il decreto del presidente Putin" che prevede il blocco delle forniture, aveva minacciato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov all'indomani dello schiaffo a Polonia e Bulgaria. Così, a poche ore da possibili blackout energetici da parte della Russia, la situazione resta molto incerta, con le indicazioni fornite da Bruxelles che continuano a lasciare spazio a dubbi e ambiguità. L'Eni, come altre società che importano gas dal colosso russo Gazprom, ha annunciato di aver avviato la procedura per aprire presso Gazprombank un conto in rubli accanto a quello in euro, per fare fronte così alla scadenza in arrivo. Una direzione intrapresa anche in altri Paesi come la Francia e la Germania. Dalla Commissione Ue però ribadiscono con forza come questo rischi di comportare gravi conseguenze per gli Stati membri che si adegueranno al cosiddetto 'decreto Putin', fino all'avvio di vere e proprie procedure di infrazione. "Pagare in rubli significa violare le sanzioni. Ed è una violazione anche dei contratti stipulati. Contratti che come valuta indicano euro o dollari, mai rubli", ha ribadito il vice presidente dell'esecutivo Ue, Frans Timmermans, rispondendo a una domanda sulle mosse annunciate proprio dal cane a sei zampe. Mentre il commissario Ue per gli Affari economici e monetari Paolo Gentiloni chiarisce che "i pagamenti delle compagnie europee avvengono in euro e in dollari, e questo non costituisce una violazione delle sanzioni" varate contro la Russia.

Intanto il prezzo del gas continua a volare oltre i 94 dollari a megawattora ad Amsterdam. Le preoccupazioni dei Paesi europei, più che nell'immediato, riguardano il medio e lungo termine, con le scorte che, nel peggiore degli scenari, sarebbero sufficienti in vista dell'estate ma potrebbero cominciare a scarseggiare con l'arrivo del prossimo inverno. La nordica Finlandia ne sa qualcosa: "Siamo in grado di soddisfare le esigenze durante la stagione estiva, presupponendo che non ci saranno problemi", spiegano i vertici della Gasum, "ma la sfida sorgerà in inverno, quando il limite sarà la capacità del gasdotto Balticconnector tra Finlandia ed Estonia".

 {
 "excerpt": "Helsinki non paga in rubli, rischio rubinetti chiusi da venerdì.",
 "creationDate": "2022-05-19",
 "permalink": "https://ednh.news/it/lue-trema-il-20-maggio-e-lora-delle-scadenze-per-pagare-il-gas-russo/",
 "language": "it",
 "categories": "Energia",
 "media": "Infografica",
 "imageFeatured": "https://ednh.news/wp-content/uploads/2022/05/MNB_SRequestManager-2.jpg",
 "status": "publish",
 "authorId": "7",
 "author": "ansa"
}