Bruxelles - Solo 18 voti contrati, 6 astenuti e una valanga di favorevoli, ben 49. Con questi numeri la proposta di direttiva Ue sulle 'case green' ha ricevuto il primo via libera alla commissione per l'Industria del Parlamento europeo. Ma la strada, per il provvedimento che punta ad abbattere le emissioni del comparto edilizio e in Italia ha provocato l'ira della maggioranza, è ancora lunga: la Lega parla di uno "schiaffo all'Italia", il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto invoca una "valutazione più graduale" e lascia intendere che la partita è solo agli inizi.

Il testo approvato in commissione ha visto FdI, Lega e Forza Italia votare compattamente contro, Socialisti e democratici, Verdi e Sinistra tutti a favore e Popolari divisi (13 a favore e cinque contrari). Prevede che gli edifici residenziali dovranno raggiungere una classe di prestazione energetica minima di tipo 'E' entro il 1° gennaio 2030 e 'D' entro il 2033, per abbattere le emissioni di gas a effetto serra e il consumo finale di energia nel settore edile dell'Ue entro il 2030 e renderlo climaticamente neutro entro il 2050. Un'asticella che si fa sempre più alta, in una corsa a perdifiato verso case sempre più green già tra la fine del decennio e l'inizio del prossimo. Un obiettivo ambizioso - e favorevole al Nord Europa - che gli eurodeputati intendono raggiungere chiedendo però anche il sostegno di fondi comuni. Ma che resta del tutto "irrealizzabile" per l'Italia: l'infausta profezia dei costruttori edili (Ance) stima che servirebbero 630 anni solo per riqualificare "al primo step" tutto il patrimonio immobiliare nazionale. E per vedere chiuso il cerchio delle emissioni inquinanti bisognerebbe aspettarne 3.800.

Numeri da utopia che alimentano uno scontro politico destinato a tenere banco nei mesi a venire, con il governo pronto a dare battaglia per un accordo finale sulla direttiva Ue che è ancora tutto da definire. Nel testo licenziato dagli eurodeputati, il 15% degli edifici più energivori sarà la nuova classe G, ed entro il primo gennaio 2030 gli immobili residenziali dovranno rientrare nella classe energetica E. Tre anni più tardi sarà obbligatorio passare alla classe D. Per arrivare alle emissioni zero al 2050. Una promozione che prevede alcune eccezioni - case di vacanza, palazzi storici ufficialmente protetti, chiese e abitazioni indipendenti di meno di 50 metri quadrati - e richiede un taglio dei consumi energetici di circa il 25%, con interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione, pannelli solari. Da realizzare, secondo gli europarlamentari anche con risorse comuni da fondi coesione, Pnrr e Fondo sociale per il clima, e non solamente con politiche nazionali di agevolazione di mutui e prestiti come previsto in origine da Bruxelles.

Principi finanziari di massima condivisibili anche per i due gruppi di Identità e Democrazia (Id) e Conservatori (Ecr), le due famiglie politiche europee rispettivamente di Lega e Fratelli d'Italia che si sono però opposte al compromesso in disaccordo con tempistiche ritenute incongruenti - Ance porta l'esempio degli sforzi, pur positivi, del Superbonus, che hanno permesso una ristrutturazione a velocità 'ridotta' rispetto alle ambizioni Ue di 360mila edifici in due anni - e simulacro di un'"ideologia" cieca che dovrà essere superata, negli auspici della relatrice ombra in Itre, la leghista Isabella Tovaglieri, nei negoziati futuri tra il Parlamento europeo, la Commissione Ue e gli Stati membri. Anche perché, sostiene l'Ance, "la capacità tecnica di realizzare gli interventi c'è" come dimostrato con il Superbonus, "ma bisogna avere la politica e gli strumenti per tenere questo ritmo e raggiungere l'obiettivo".

L'approccio comune dei governi nazionali, siglato anche dal ministro Gilberto Pichetto lo scorso ottobre, disegna una traiettoria che dovrebbe portare ogni Paese ad avere una performance energetica del patrimonio residenziale in classe D entro il 2033, ma calcolata sulla media di tutti gli immobili. Una posizione "più laica" per Tovaglieri, ma da migliorare con un'azione di governo che, nelle richieste del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, sarà chiamato a "difendere il risparmio degli italiani".

 

https://ednh.news/it/case-green-al-voto-al-primo-voto-al-parlamento-europeo-il-9-febbraio/

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