Bruxelles - La Russia è il secondo produttore mondiale di gas naturale, dopo gli Stati Uniti, possiede le maggiori riserve ed è il più grande esportatore: nel 2021 il Paese ha prodotto 762 miliardi di metri cubi di gas naturale e ha esportato circa 210 miliardi di metri cubi tramite gasdotti, spiega la Iea (l'agenzia internazionale dell'energia) sul proprio sito precisando che il gas naturale russo ha rappresentato il 45% delle importazioni e quasi il 40% della domanda di gas dell'Unione europea nel 2021, con Germania, Turchia, Italia Bielorussia e Francia come maggiori importatori. Cina e Giappone sono tra le prime 10 destinazioni, e insieme rappresentano circa il 10% delle importazioni.

Il presidente russo ha firmato il decreto presidenziale sulle regole del commercio di gas naturale russo con i cosiddetti Paesi ostili per il pagamento in rubli e, tanto per essere chiaro, ha detto che "nessuno ci vende niente gratis, e nemmeno noi faremo opere di carità. Ciò significa - ha aggiunto - che i contratti esistenti, in caso di mancato pagamento del gas in rubli, saranno interrotti". Secondo il Cremlino, i Paesi occidentali dovranno aprire un conto in rubli presso le banche russe per pagare il gas in rubli, sottolineando che si tratta di un passo verso la sovranità finanziaria della Russia.

Il 74% del gas russo, si legge sul sito dell'Us energy information administration, è diretto nei Paesi europei dell'Ocse, il 13% in Asia e Oceania e l'altro 13% nel resto del mondo. Gazprom, di proprietà del Cremlino, è il più grande produttore di gas, ma la sua quota è diminuita negli ultimi dieci anni, poiché Novatek e la compagnia petrolifera Rosneft hanno ampliato la loro capacità di produzione. Tuttavia, Gazprom rappresentava ancora il 68% della produzione di gas russo nel 2021. Storicamente, la produzione era concentrata nella Siberia occidentale, ma negli ultimi dieci anni gli investimenti si sono spostati a Yamal e nella Siberia orientale e nell'Estremo Oriente, nonché nell'Artico offshore. La Russia ha anche un'ampia rete di gasdotti per l'esportazione di gas, sia attraverso rotte di transito attraverso la Bielorussia e l'Ucraina, sia tramite gasdotti che inviano gas direttamente in Europa (compresi i gasdotti Nord Stream, Blue Stream e TurkStream). Negli ultimi anni, la Russia si è concentrata sull'Artico per aumentare la produzione di petrolio e gas e compensare i cali nei siti di produzione esistenti ed esso rappresenta ora oltre l'80% della produzione di gas naturale della Russia e circa il 20% della sua produzione di greggio.

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