Bruxelles - Una sfida comune vinta, capace di salvare oltre trenta milioni di posti di lavoro in tutta Europa quando le conseguenze della pandemia ne sferzavano l'economia, ma anche una lezione "preziosa" per il futuro. A tre anni dall'avvio delle lunghe trattative che portarono alla sua nascita, la missione del fondo temporaneo anti-disoccupazione Sure può dirsi del tutto esaurita. E Bruxelles ne certifica la riuscita mettendo in evidenza un dato: il debito comune da quasi 100 miliardi di euro sottoforma di prestiti ha fatto risparmiare ai Ventisette circa 9 miliardi in interessi rispetto al dover fare tutto da soli sui mercati. Per l'Italia, beneficiaria della fetta più grande del programma con 27,5 miliardi di euro, il risparmio è proporzionalmente il più alto: 3,7 miliardi di interessi in meno.

Era il 25 settembre 2020 quando il Sure incassò l'approvazione definitiva dei leader Ue. E, da quel momento e fino al 31 dicembre 2022, i suoi prestiti hanno aiutato i Paesi membri a fare fronte al drastico aumento della spesa pubblica per finanziare con regimi come la cig la risposta all'impatto del Covid sul mondo del lavoro. Un sostegno che, nelle stime offerte dalla Commissione Ue, ha permesso di tenere al riparo circa 31,5 milioni di lavoratori dipendenti e autonomi e oltre 2,5 milioni di imprese. In Italia, ha salvato circa 500 mila posti di lavoro nel solo 2020, coprendo il 60% dei lavoratori, un quinto dei quali autonomi, e circa la metà delle imprese, tutte Pmi. Percentuali poi scese a meno del 30% nei due anni successivi.

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Oggi l'Ue, nella visione del commissario per l'Economia, Paolo Gentiloni, può andare "orgogliosa" del risultato e prenderne spunto per il futuro. "Strumenti comuni simili possano rafforzare la resilienza" di "società ed economie di fronte agli shock", ha osservato l'ex premier italiano, mettendo in luce "la solida struttura finanziaria" del Sure tra i "fattori chiave del successo". Una struttura che lo accomuna anche ad altri strumenti di difesa finanziaria concepiti insieme al Sure nell'estate del 2020 come il Recovery fund e la linea di credito agevolata per le spese sanitarie messa a disposizione con il Mes - mai usata dai Ventisette. Con l'ipotesi di un nuovo fondo sovrano comune per parare i colpi delle conseguenze della guerra in Ucraina che resta sempre sullo sfondo.

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