L'Europa è fautrice della prima al mondo sull'intelligenza artificiale. L'IA Act detta una serie di obblighi a fornitori e sviluppatori di sistemi della nuova tecnologia in base ai diversi livelli di rischio identificati. Ecco tutti i principali punti.

- DIVIETI. Riguardano le pratiche di IA che comportano un rischio inaccettabile per i diritti fondamentali. Sono inclusi i sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili; il riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro e nelle scuole; il social scoring; le tecniche manipolative; le pratiche di polizia predittiva.

- SISTEMI DI IDENTIFICAZIONE BIOMETRICA. In alcune situazioni specifiche espressamente previste dalla legge le forze dell'ordine potranno fare ricorso ai sistemi di identificazione biometrica, altrimenti vietati. L'identificazione in tempo reale potrà essere usata solo se saranno rispettate garanzie rigorose, ad esempio se l'uso è limitato nel tempo e nello spazio e previa autorizzazione giudiziaria o amministrativa.

- SISTEMI AD ALTO RISCHIO. Sono quelli con potenziale danno significativo a salute, sicurezza, diritti fondamentali, ambiente, democrazia. Obbligatoria in questi casi una valutazione d'impatto sui diritti fondamentali. I cittadini potranno presentare reclami e ricevere spiegazioni sulle decisioni basate sui sistemi di IA ad alto rischio con un impatto sui loro diritti.

- IA GENERATIVA. Obblighi di trasparenza per sistemi e modelli di IA generale (Gpai), come GPT alla base di ChatGPT, inclusi il rispetto della legge su copyright e la sintesi su contenuti usati per l'addestramento. Obblighi più stringenti per modelli Gpai ad alto impatto con rischio sistemico, tra cui valutazione del modello, valutazione e mitigazione di rischi sistemici, protezione della sicurezza informatica.

- SOSTEGNO ALL'INNOVAZIONE. La legge promuove regulatory sandboxes e real-world-testing, istituite dalle autorità nazionali per sviluppare e addestrare l'IA innovativa prima dell'immissione sul mercato.

- SANZIONI. A seconda della violazione e delle dimensioni dell'azienda, saranno comminate multe che possono andare da un minimo di 7,5 milioni di euro o l'1,5% del fatturato fino a 35 milioni di euro o il 7% del fatturato globale. 

BOOM DEL MERCATO IN ITALIA - In Italia il mercato dell'Intelligenza artificiale intanto cresce notevolmente. Nel 2023 ha segnato +52% raggiungendo il valore di 760 milioni di euro. Da qui a 10 anni le nuove capacità delle macchine potrebbero svolgere il lavoro di 3,8 milioni di persone. Sei grandi imprese italiane su 10 hanno già avviato qualche progetto di IA. Sono i risultati della ricerca dell'Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano.

"Il mercato è  in forte crescita - ha detto Giovanni Miragliotta, Direttore dell'Osservatorio Artificial Intelligence -. Nel valutare il reale impatto sul lavoro bisogna tenere in considerazione le previsioni demografiche che, a causa dell'invecchiamento della popolazione, prospettano un gap di 5,6 milioni di posti di lavoro equivalenti entro il 2033. In questa prospettiva, la possibile automazione di 3,8 milioni di posti di lavoro equivalenti appare quasi una necessità per ribilanciare un enorme problema che si sta creando, più  che un rischio".

Secondo la ricerca, la gran parte degli investimenti nel nostro Paese riguarda soluzioni di analisi e interpretazione testi per ricerca semantica, classificazione, sintesi e spiegazione di documenti o agenti conversazionali tradizionali, mentre sono ancora limitati al 5% i progetti di IA generativa. Ben il 77% degli italiani (+4% sul 2022) guarda con timore all'Intelligenza artificiale, soprattutto in relazione ai possibili impatti sul mondo del lavoro. Tuttavia, solo il 17% è fermamente contrario all'ingresso dell'IA nelle attività professionali. Nel 2023 quasi tutti gli italiani (98%) hanno sentito parlare di intelligenza artificiale, e più di un italiano su quattro (29%) ne ha una conoscenza medio-alta. Tre italiani su quattro hanno sentito parlare di ChatGpt ma solo il 57% conosce il termine Intelligenza artificiale generativa. Un italiano su quattro dichiara infine di aver interagito almeno una volta con il chatbot di OpenAI.