Roma - Non solo la vicenda Embraco, oggi al centro della scena anche a Bruxelles. 162 tavoli di crisi aziendale aperti al ministero dello Sviluppo, in gioco il lavoro per 180mila persone: i dati 2017 sono i più alti degli ultimi sei anni, con un aumento dei posti di lavoro a rischio che dal 2012 è del +37% sia pur in un quadro che per il ministero è di "sostanziale stabilità". Oggi su Embraco, come sull'Aferpi di Piombino, i fari mediatici si accendono di volta in volta su vertenze diverse, ma c'è uno scenario di fondo pesante.  Dal 2016 al 2017 i lavoratori coinvolti sono 25mila in più, dal 2012 +62mila: un aumento che, indica il ministero, "deriva dall'ingresso di alcune grandi imprese (come Alitalia e Almaviva) che in precedenza pur essendo interessate da difficoltà non marginali non avevano ritenuto di attivare un tavolo di confronto al Mise"; ma anche dal potenziamento delle strutture del ministero che "consente la gestione di più vertenze". Non è l'impennata del 2017 a preoccupare gli esperti che, invece, leggono i dati rilevando che negli anni c'è "una base che si trascina: tra tavoli che si chiudono e nuovi casi è uno scenario che si mantiene sostanzialmente invariato".

Tutti i numeri: - Nel 2017 i livelli più alti: 162 vertenze con 180mila dipendenti interessati. - Nel 2012 i tavoli aperti erano stati 119, saliti a 131 nel 2013, 159 nel 2014, 151 nel 2015, 156 nel 2016. - I dipendenti interessati sono stati 118 mila nel 2012, 132mila nel 2013, 127mila nel 2014, 145mila nel 2015, 155mila nel 2016. - Nel 2017 i primi sette settori maggiormente interessati sono stati siderurgia, elettrodomestici, tlc, servizi, call center, microelettronica, e Ict, con 105.665 dipendenti coinvolti, il 55,6% del totale. Il settore dell'automotive è uscito dai primi sette dal 2015, l'edilizia dal 2015. E' nello stesso anno, nel 2015, che sui tavoli di crisi arriva il settore dei call center. La siderurgia è sempre presente nei sei anni dal 2012 con con "una crescita rilevante dell'incidenza delle crisi nel biennio 2016-2017". Quella del settore elettrodomestici è considerata una "crisi sistemica, sempre presente". Mentre negli anni dal 2012 al 2014 il settore Ict tra i più colpiti, al primo o al secondo posto. - Il Mise calcola che la gestione dei diversi dossier ha una durata temporale in media di 28/30 mesi "con un numero non trascurabile che si trascina anche per 60 mesi (Alcoa, Lucchini, Termini Imerese, OM Carrelli, Gepin, Ideal Standard). - Il tasso medio di soluzione positiva sui 6 anni 2012-2017 è del 58%. - Il ministero ricorda "fra le vicende industriali più importanti. Bridgestone, Whirlpool a Carinaro, Micron di Avezzano, SM Optics (spin off di Alcatel), SGL, Selcom, Dema, Saeco (gruppo Philips), Pilkington, Pansac, Italtel, Iveco, Italcables". - "Il 50% dei casi trattati si ripropone al tavolo ministeriale dopo aver risolto le cause". - Nel biennio 2016-2017 il ministero conta "62 vertenze positivamente concluse", "45 casi di successo di siti totalmente o parzialmente dismessi che vedono interventi di nuovi investitori", "21 casi senza soluzione, 15 nel 2016 e 6 nel 2017".

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