Bruxelles - La ripresa nel post-pandemia rimescola le carte e capovolge gli equilibri tra le economie Ue. Nonostante i venti contrari legati al riacutizzarsi dei contagi e all'aumento dell'inflazione, secondo le stime d'autunno di Bruxelles, la crescita europea raggiungerà il 5% quest'anno. E l'Italia (6,2%), grazie soprattutto alla forte spesa per gli investimenti, sarà tra i Paesi a crescere di più insieme alla Francia (6,5%). E' la Germania invece a crescere meno di tutti gli altri (2,7%) recuperando un po' di terreno nel 2022, quando sarà invece l'Olanda a essere fanalino di coda, posto fino al febbraio scorso riservato a Roma da oltre dieci anni. Quasi a sorpresa, il primo posto per la crescita nel 2021 va all'Irlanda, con il Pil che segna +14,1%. Dopo aver sfondato la soglia psicologica del 100%, il debito nell'Eurozona dovrebbe iniziare a diminuire nel 2022.

Le ombre del caro energia e della carenza di materie prime si addensano però sulla ripresa dell'economia europea. E, insieme, all'incognita dell'evoluzione pandemica, sono quei "crescenti venti contrari" che soffiano sulcContinente e preoccupano Bruxelles. Nonostante l'economia della Ue si stia riprendendo dalla recessione "più velocemente del previsto e continuerà ad espandersi", raggiungendo un tasso di crescita del 5% per l'intero 2021, la Commissione europea certifica l'allarme per i mesi a venire nelle sue previsioni d'autunno. Se il "quadro generale rimane positivo", che "il saldo dei rischi" per le prospettive di crescita sia "inclinato al ribasso" è lo stesso commissario europeo dell'Economia, Paolo Gentiloni, ad ammetterlo, osservando che di questi tempi fare previsioni non è uno dei compiti più semplici, ma Bruxelles continuerà a restare "vigile". A sollevare maggiore inquietudine è il caro energia (in particolare per il gas e l'elettricità) che, ha spiegato il commissario, "dovrebbe smorzare lo slancio della crescita a breve termine". E spinge l'inflazione, data al picco del 2,4% nel 2021. Le soluzioni comuni sul medio termine più volte auspicate dalla Commissione Ue ancora non hanno trovato un accordo tra gli Stati membri e a peggiorare il quadro ci sono le tensioni geopolitiche. Con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko che ha minacciato di tagliare il gas all'Europa in ritorsione allo scontro sui migranti al confine con la Polonia. "Certamente non ci faremo intimidire", ha replicato a stretto giro Gentiloni, consapevole che "l'autonomia in campo energetico nel medio termine sarà fondamentale" per l'Unione e che nel breve termine c'è da "lavorare per utilizzare al meglio le relazioni esistenti", anche con la Russia. I rialzi di energia e inflazione si accompagnano alle strozzature delle catene di approvvigionamento su scala globale, che gravano sempre più sull'industria continentale. Tanto che gli ultimi sondaggi della Commissione Ue indicano quote senza precedenti di imprenditori "che identificano la carenza di materiali e attrezzature come un fattore che limita la loro attività". Messa a rischio anche dallo spettro della pandemia, che continua ad aleggiare soprattutto in quei Paesi con tassi di vaccinazione bassi. Seppur il suo impatto si sia "indebolito, il Covid-19 non è stato ancora sconfitto e la ripresa è fortemente legata alla sua evoluzione, dentro e fuori dalla Ue", è l'avvertimento dell'ex premier. Tutte minacce che Bruxelles si impegna a contrastare facendo affidamento anche sull'impatto positivo sul Pil del Next Generation Eu, stimato fino all′1,5% nel medio termine. Affinché i venti contrari "non facciano andare fuori rotta la ripresa".

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