Roma - Gli oceani, minacciati dai gas a effetto serra che ne riducono gli stock ittici e ne aumentano l'acidificazione, possono offrire soluzioni contro il cambiamento climatico, molto più di quanto stimato sino ad oggi. Potrebbero, infatti, contribuire fino a un quinto (21%, ovvero 11 Gigatonnellate di CO2 equivalenti) dei tagli annuali delle emissioni di carbonio necessarie nel 2050 per limitare l'aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi centigradi. Riduzioni che sono superiori alle emissioni annue di tutte le attuali centrali elettriche a carbone in tutto il mondo e alle emissioni totali annuali della Cina. A dirlo sono gli esperti dell'High-Level Panel for a Sustainable Ocean Economy con uno studio 'The Ocean as a Solution for Climate Change: 5 Opportunities for Action' (L'oceano come soluzione per il cambiamento climatico: 5 opportunità di azione) pubblicato al summit sul clima di New York, alla vigilia della relazione speciale degli scienziati del panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) sull'oceano e la criosfera con le principali minacce provocate dal global warming.

Le cinque azioni indicate dagli esperti - incaricati dello studio da 14 capi di governo di Paesi già impegnati nell'applicare soluzioni (Australia, Canada, Cile, Figi, Ghana, Indonesia, Giamaica, Giappone, Kenya, Messico, Namibia, Norvegia, Palau e Portogallo) - vanno dall'aumento dell'energia rinnovabile basata sugli oceani (che potrebbe far risparmiare fino a 5,4 gigatonnellate di CO2e all'anno entro il 2050, che equivale a togliere dalla strada oltre un miliardo di automobili all'anno) alla decarbonizzazione del trasporto marittimo e delle infrastrutture portuali e turistiche. Le soluzioni passano poi per l'aumento della protezione e il ripristino degli ecosistemi 'blue carbon' che possono catturare carbonio - cioè mangrovie, fanerogame e paludi salmastre - e lo stoccaggio del carbonio nei fondali marini. Un'altra soluzione è una dieta basata su fonti proteiche a basse emissioni di carbonio, come i frutti di mare e le alghe marine, per aiutare a nutrire le future popolazioni in modo sano e sostenibile.

Oltre a frenare il cambiamento climatico queste azioni aiuterebbero a sviluppare un'economia sostenibile, proteggendo nel contempo le comunità costiere dalle tempeste, fornendo posti di lavoro e migliorando la sicurezza alimentare. In risposta al rapporto, i capi di governo dei 14 Paesi (che rappresentano circa il 30% delle coste mondiali, il 30% delle zone economiche esclusive, il 20% delle catture oceaniche e il 20% della flotta marittima) hanno rivolto un appello urgente per agire sugli oceani, in modo da ispirare nuovi impegni politici, partnership e investimenti.

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