BRUXELLES - È un luogo in cui la diversità diventa bellezza e poesia, e in cui il linguaggio del corpo riesce a eliminare qualsiasi barriera o differenza. È il Teatro “La Ribalta - Kunst der Vielfalt” di Bolzano, unica compagnia professionale italiana costituita da persone in situazione di disagio psichico. A dirigerla Antonio Viganò, formatosi alla scuola del Piccolo teatro di Milano e all'École Jacques Lecoq di Parigi. Il progetto è partito sei anni fa grazie al Fondo sociale europeo, con un corso di inclusione sociale dal quale è nata la compagnia che poi si è professionalizzata. Un traguardo importante, realizzatosi con l’apporto fondamentale dell’Unione europea.

«Dopo questo percorso - spiega Viganò - abbiamo iniziato un tour teatrale in Europa: con la compagnia abbiamo toccato Spagna, Portogallo, Austria, Germania. Siamo stati in tantissimi Paesi». La compagnia, costituita oggi da 15 persone, è un soggetto culturale a tutti gli effetti che lavora e si confronta costantemente con numerosi artisti e la qualità delle sue rappresentazioni le è valsa diversi riconoscimenti di livello nazionale e internazionale. «Non si tratta solo di un momento ricreativo, ma di un lavoro artistico a tutti gli effetti - chiarisce Viganò - vogliamo dimostrare che i nostri attori non sono la loro malattia. Speriamo che il pubblico esca con un’idea diversa da quella con la quale è entrato in sala».

Quella del Teatro La Ribalta è una storia di successo unica nel suo genere nata dal buon uso delle risorse del Fondo sociale europeo, che, nel settennato 2014-2020, per l’Italia vale oltre 17,4 miliardi di euro (cofinanziamento nazionale incluso). A questo si aggiunge poi il Fondo per lo sviluppo regionale (Fesr), che permette di finanziare anche l’ammodernamento e la costruzione di strutture per persone con disabilità. Attraverso i programmi volti a migliorare l’inclusione sociale e la formazione, fra il 2015 e il 2018 sono stati coinvolti quasi 110mila disabili. Da Padova a Potenza, sono finanziate diverse iniziative di orientamento, formazione e accompagnamento al lavoro. A Firenze, invece, grazie ai fondi Ue si lavora a un nuovo modello di assistenza che consenta ad anziani e persone con disabilità grave di rientrare senza problemi nelle proprie abitazioni dopo una dimissione dall’ospedale.

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